Il 2020 è stato un anno molto particolare per il mercato delle materie prime, in modo particolare per i metalli ferrosi e non ferrosi. In questi due comparti, la Cina ha svolto e ha tuttora un ruolo determinante come leader di settore, influenzando in modo significativo l’andamento del mercato anche in Europa.
La crisi del 2020: beni industriali fortemente colpiti
Se torniamo, infatti, indietro di un anno all’inizio del 2020, ci ritroviamo agli esordi dell’epidemia da Covid-19, che colpisce per prima la Cina. Rispetto al 2019, il calo di gennaio risulta marginale, perché come d’abitudine i festeggiamenti del Capodanno Cinese di inizio anno determinano uno stop delle attività produttive.
La vera e propria battuta di arresto con un calo drammatico dei prezzi si rivela poi nel trimestre successivo e colpisce anche l’Europa. Il vecchio continente inizia a confrontarsi con il Coronavirus, per poi introdurre le misure di contenimento della pandemia con gravi conseguenze economiche e la relativa crisi.
Così l’Europa fronteggia la situazione di emergenza sanitaria con risvolti negativi su tutti i fronti dell’economia, in modo particolare industriale. Nel frattempo, la Cina sovverte il proprio trend negativo con i primi segnali di ripresa, a partire da maggio 2020, mese caratterizzato da una significativa variazione positiva dell’indice di prezzo cinese dei Beni Industriali* (+3.1%).
La ripresa del 2021 a partire dai metalli ferrosi e non ferrosi
Per riscontrare un miglioramento anche in Europa, è necessario attendere il raggiungimento di una situazione di relativa stabilità durante l’estate, per poi constatare un lieve incremento (+1.2%) a settembre dell’indice di prezzo dei Beni Industriali*. La seconda ondata invernale con le nuove misure restrittive anti-Covid segna un’inversione di tendenza, per poi tornare di nuovo in crescita a inizio 2021.
In particolare, i non ferrosi e ferrosi si caratterizzano per una variazione positiva, rispettivamente del +4.5% e +10%, soggetta però a continue oscillazioni anche nel mese di febbraio. Le cause sono le notizie legate alla pandemia, come la situazione incerta dei vaccini, e alle vendite per prese di profitto dopo i massimi pluriennali toccati durante la prima parte del mese di gennaio.
In questo frangente, il ruolo della pressante domanda cinese si sta rivelando fondamentale anche per la ripresa generalizzata del mercato dei metalli ferrosi e non, compreso quello europeo. Inoltre, anche il progressivo l’indebolimento del dollaro e il basso livello di interessi hanno contribuito all’incremento del prezzo dei metalli. Dopo questo quadro generale, addentriamoci nello specifico delle quotazioni dei singoli metalli ferrosi e non ferrosi, del loro andamento e previsioni.
Quotazione metalli ferrosi 2020 e previsioni 2021
A differenza della maggior parte delle materie prime, incluse le non ferrose, il minerale ferroso ha registrato un incremento molto significativo, raggiungendo i picchi registrati più di dieci anni fa. La riduzione dell’offerta brasiliana e l’elevata crescita della domanda cinese hanno, infatti, contenuto le conseguenze della pandemia e la contrazione della produzione di acciaio.
Tuttavia, gli scenari futuri mettono in discussione la tenuta di prezzi, ipotizzando un progressivo ribasso. Un lieve calo si è già manifestato nel mese di febbraio nonostante la previsione secondo la quale i prezzi continuino ad essere superiori rispetto alla media. Che si tratti di una bolla speculativa pronta a sgonfiarsi gradualmente oppure di una correzione della situazione precedente, troppo sbilanciata al ribasso, lo potremo valutare solo successivamente.
Al di là di queste considerazioni, di sicuro questa tendenza ha sorpreso gli operatori del settore italiano e internazionale, che si sono suddivisi in vedute opposte. C’è chi giudica in modo positivo la crescita dei prezzi come un aumento della domanda, un apprezzamento delle scorte e un recupero della marginalità. Chi, invece, teme una difficoltà nell’adeguarsi ai rincari in maniera tempestiva, una carenza di materie prime, il rischio di insoluti e di mancata continuità delle consegne.
Quotazione metalli non ferrosi 2020 e previsioni 2021
Per quanto riguarda i metalli non ferrosi, analizziamo insieme la situazione del nickel, alluminio, rame e zinco con una panoramica del 2020 e gli scenari futuri.
Per quanto riguarda il nickel, durante il primo trimestre del 2020 un forte calo ha colpito il metallo non ferroso, toccando i minimi storici a marzo. Dopodiché, le quotazioni del nickel hanno subito un rialzo con una conseguente ripresa che ha permesso ai prezzi del nickel di assestarsi sui massimi livelli dell’ultimo anno. Complici l’aumento della domanda cinese e gli incentivi dei governi a livello internazionale, il nickel continuerà questo trend positivo anche nei prossimi anni, seppure gli istituti finanziari non siano giunti a conclusioni concordi in merito all’entità della sua crescita.
In merito all’alluminio i due possibili scenari individuati prevedono da una parte una situazione di stabilità, simile a quella del 2020. Dall’altra si ipotizza un incremento.
Più netta la tendenza del rame, che dopo aver raggiunto un declino vertiginoso a marzo 2020, è poi stato interessato da un significativo aumento, il massimo degli ultimi 18 mesi. Durante il 2021 e l’anno successivo, le quotazioni probabilmente saliranno ancora grazie a un aumento del consumo di questo metallo nel mondo.
Infine, lo zinco ha visto un ribasso delle quotazioni nella prima metà del 2020, per poi risalire fino ai livelli della primavera 2019. In merito al suo andamento, gli scenari risultano ancora divergenti: chi prefigura una certa stabilità, chi un graduale calo e chi un timido rialzo.
Per seguire mese per mese il dettaglio delle quotazioni dei metalli ferrosi e non, consulta la nostra sezione News: pubblicheremo al suo interno l’aggiornamento mensile dei prezzi di alluminio, rame, nickel e zinco. Continua a seguirci.
*L’indice dei Beni Industriali è tratto da PricePedia ed è il risultato dell’aggregazione degli indici relativi alle seguenti categorie merceologiche: Ferrosi, Non Ferrosi, Legno&Carta, Chimica per l’Industria, Chimici Organici, Chimici Inorganici, Plastiche&Elastomeri e Fibre Tessili.
Fonte infografiche: Siderweb