Come anticipato dalle previsioni dello scorso mese, le quotazioni dei metalli non ferrosi hanno iniziato a frenare la loro corsa al rialzo. A novembre, infatti, si registra una generale flessione dei prezzi, che determina un andamento discendente destinato ad accentuarsi.
In particolare, l’alluminio e il rame sono scesi al di sotto dei massimi pluriennali: il metallo argentato ha segnato una variazione percentuale del -7,5% (2698 $/ton), toccando il minimo di novembre di 2.490 dollari, mentre il metallo rosso vede una contrazione del -1,9% rispetto al mese di ottobre (da 10.050 dollari a 9.850 dollari la tonnellata).
Nello specifico, a impattare in modo significativo sull’alluminio, e di conseguenza sugli altri metalli di base che richiedono molta energia per la produzione, è stato il rapido crollo del costo del carbone in Cina: il governo ha rafforzato le misure di contenimento dei prezzi e, al contempo, ha inasprito le regole delle borse sulla negoziazione dei prodotti più rilevanti.
Anche le quotazioni dello zinco hanno iniziato a calare: i valori, a metà novembre, si attestano a quota 3429.00 $/ton con un decremento del 2,3% in raffronto allo scorso mese.
Per quanto concerne in ultimo il nichel, nonostante alcuni lievi cali, si assiste ancora a un trend in crescita: i prezzi erano scesi fino a 19.250 dollari la tonnellata il 5 novembre, ma poi sono risaliti fino a toccare il massimo di periodo a 21.125 $/ton il 24 novembre.